Vincenzo De Gregorio
Abate della Cappella di San Gennaro, organista e maestro di Cappella del Duomo, già direttore prima del conservatorio di Avellino e poi di quello di Napoli, dal settembre 2012 è preside del Pontificio istituto di musica sacra, il conservatorio del Vaticano, a Roma.
Per la Settimana Santa l'ascolto della grande musica sacra (passioni, cantate, mottetti...) può essere una forte esperienza musicale e spirituale. Un efficace esercizio dello spirito é l'ascolto e la visione di un vero capolavoro musicale "sacro" del Novecento: Jesus Christ superstar. Mi permetto di condividere con voi alcuni spunti di "lettura" di questo capolavoro.
1. Bisogna usare la versione cinematografica del 1973, di Tim Rice e Andrew Webber.
2. Il bus che porta la compagnia degli attori, ballerini etc apre a chiude l'opera. Quando scendono, tutti sono allegri e disinvolti: sono giovani e stanno andando a recitare e interpretare uno spettacolo.
3. Ogni parte del film ha interpreti eccezionali per i quali la musica identifica ruolo e soprattutto, anima.
4. Maddalena, Giuda, Gesù, Erode, Pilato, sono "scolpiti" dalla musica che é scritta per loro secondo lo stile musicale di tutta la storia della musica: ogni persona "è" la sua melodia ed il suo ritmo.
5. Il discorso di "addio" di Gesù ha un testo che è teologico e perfetto e la musica lo esalta e sottolinea in profonda interpretazione delle sue parole.
6. La scena con Erode mostra il "potere" che vede in Gesù (e nella religione, supporto di una fede) soltanto il lato spettacolare: non è interessato a nient'altro.
7. La cacciata dal Tempio evidenzia il commercio dei nostri tempi: la droga, la prostituzione le armi: il balletto è la presentazione del mondo dei nostri tempi e del denaro che lo stravolge completamente.
8. La crocifissione è accompagnata da un crescendo ossessivo del linguaggio musicale "rock" fino alla morte di Gesù, quando tutto si ferma.
9. Con la morte di Gesù, improvvisamente il linguaggio musicale, i ritmi travolgenti e le armonie complesse scompaiono: la musica cambia ed interviene un'orchestra di archi con le armonie dolcissime e consonanti di accordi in triadi senza settime e alla fine dell'episodio interviene un trombone in pianissimo nelle note gravi.
10. Morto Gesù, sembrerebbe che lo spettacolo sia finito e tutto torni come prima. E che gli attori riprendano l'allegria e la disinvoltura giovanile di quando (all'inizio del film) sono arrivati. Il bus aspetta per riportare tutti via. INVECE NO. NON È PIU UNO SPETTACOLO; gli attori tornano sul bus, ma sono tristi e silenziosi e ognuno che sale lancia uno sguardo alla collina ed alla croce. Gli ultimi attori sono Maddalena e Giuda. E Gesù? Non c'è.
11. L'attore che lo ha interpretato NON SALE. Dove è? È, forse, rimasto sulla croce? Le ultime inquadrature del film sono al calvario con la croce dietro la quale sfolgora la luce infuocata (= la croce è luce che illumina e amore che scalda) del sole. La morte di Gesù non è tenebre, ma luce. Sulla croce non si vede più l'accenno di un corpo. L'attore che lo ha interpretato non c'è più. La croce è nuda. Ma guardate con attenzione la parte inferiore dello schermo, quella più scura. Se non c'è una buona definizione non si vede. Ma con una buona definizione dello schermo si vede l'ombra di un pastore che sta andando via guidando il suo gregge e portandolo via sulle strade del mondo.
Questo film musicale può esprimere un grande momento spirituale e può essere un potente mezzo pastorale di evangelizzazione, con musica bella e fatta bene, sul mistero che è al centro della nostra fede in Gesù Cristo.