Nonostante le preoccupazioni di Bruxelles e Washington, i governi italiano e cinese hanno firmato questo memorandum di intesa "non vincolante" di sabato (23/03) per sigillare l'ingresso dell'Italia nella "nuova via della seta".
A Roma sono stati firmati 29 accordi in settori quali infrastrutture ed energia, alla presenza del presidente cinese Xi Jinping e del primo ministro italiano Giuseppe Conte.
La Cina prevede di utilizzare il progetto infrastrutturale per investire miliardi in porti, strade, ferrovie, reti di telecomunicazioni e aeroporti in dozzine di paesi.
Nuovi corridoi economici e commerciali saranno creati in Europa, Africa e America Latina, ma anche in Asia.
Pertanto, Roma si apre alla Belt and Road Initiative, un programma lanciato dalla Cina per connettersi con le economie occidentali in Europa, Medio Oriente e Africa e che vede i porti italiani come il punto di partenza arrivo ideale per diffondere i tuoi prodotti e investimenti.
L'Italia è il primo paese membro del G7, gruppo delle sette democrazie più industrializzate del pianeta, a integrare questo piano faraonico per le infrastrutture marittime e terrestri lanciato da Pechino nel 2013. Con il progetto, Pechino intende rafforzare i suoi scambi con l'Occidente, nonostante riserve dell'Unione Europea.
Gli Stati Uniti e importanti membri dell'Unione Europea (UE), come Francia o Germania, guardano con sospetto al progetto cinese.
I principali partner dell'UE criticano, tra l'altro, la mancanza di trasparenza e le condizioni sleali della concorrenza. Temono inoltre che la Cina continuerà a rafforzare la sua spinta globale al potere.
Gli Stati Uniti hanno risposto con parole dure poco dopo la dichiarazione. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Garrett Marquis, ha definito la nuova via della seta "il vano progetto infrastrutturale della Cina", affermando che "non gioverebbe al popolo italiano".
Roma ha sostenuto il progetto Silk Road sin dall'inizio. L'ex primo ministro Paolo Gentilioni si è recato in Cina nel 2017 per partecipare al primo vertice sulla cooperazione. Tuttavia, fino a poco tempo fa, non era ancora chiaro se l'Italia avrebbe effettivamente firmato la lettera di intenti con la Cina.
La posizione all'interno della coalizione di governo del populista Five Star Movement e della leggenda di destra Lega Norte era divergente. "Entrambe le parti hanno posizioni diverse in questo progetto", ha affermato Francesca Manenti, analista di Asia e Pacifico presso il think tank italiano Centro Studi Internazionali (CeSI).
In Europa, paesi come Malta, Portogallo, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Grecia, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Slovenia hanno firmato tali accordi, ma l'Italia è il primo paese del G7 a farlo.
Dopo la sua visita in Italia, il capo di stato cinese, Xi Jinping, si reca a Monaco e in Francia. Martedì, il leader comunista incontrerà a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere federale tedesco Angela Merkel e il presidente della
Commissione europea Jean-Claude Juncker.
CA / dpa / rtr / lusa
Tadotto dal sito:
https://www.dw.com/pt-br/itália-entra-na-nova-rota-da-seda/a-48039094